IL DECAMERON
- Angela Luce (Peronella), Elisabetta Genovese (Caterina), Franco Citti (Ciappelletto), Gianni Rizzo (Padre superiore), Giuseppe Zigaina (frate), Guido Alberti (un ricco mercante), Ninetto Davoli (Andreuccio da Perugia), Pier Paolo Pasolini (allievo di Giotto), Silvana Mangano (la Madonna), Vincenzo Amato (Masetto da Lamporecchio)
- Pier Paolo Pasolini
- 25 Marzo 2022
- Italiano
Trama
PRESENTATO gio 26 Maggio ORE 21,00
DAL DOTT. GIANNI VITOLO
Soggetto: liberamente ispirato al Decameron di Giovanni Boccaccio
Sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini
Fotografia: Tonino Delli Colli
Montaggio: Nino Baragli, Tatiana Casini Morigi
Scenografia: Dante Ferretti
Coordinamento musicale: Pier Paolo Pasolini con Ennio Morricone
Produzione: Alberto Grimaldi, Franco Rossellini per PEA / Les Productions Artistes Associés / Artemis Film
Italia/Francia/Germania – 1971
Contro un presente di conformismo e massificazione che gli ispirava disgusto, Pasolini reagì rievocando il mito di un passato popolare, dominato dalla carnalità e da un eros incorrotto. Per il primo film della Trilogia della vita, si ispirò a nove racconti di Boccaccio, calandoli a Napoli e privilegiando i temi dell’erotismo, della morte e dell’inganno. L’umorismo beffardo e verace che percorre il film come un esorcismo, non cancella, infatti, una tinta ferale che si insinua nel tessuto delle storie, sempre dominate dalla densità materica di ambienti, oggetti e corpi. Lo stesso Pasolini interpreta il proprio autoritratto nel ruolo del “miglior discepolo di Giotto”.
Non ho scelto personaggi del Decameron per caso ma per offrire esempi di realtà. Un personaggio del Decameron è esattamente il contrario di un personaggio che si vede nei programmi televisivi o nei cosiddetti film consolatori. Questo per restare solo sul piano dell’idea figurativa. Dal Decameron in poi è questo che conta maggiormente, questa fisicità del personaggio, che si impone. […] Nel Decameron io ho girato come so e come voglio girare: più che mai nel mio stile. Ma mentre in Porcile e Medea il mio gioco era atroce, ora esso è lieto, stranamente lieto. Un’opera lieta (fatta con tanta serietà, naturalmente) mi sembra contraddire ad ogni aspettativa, è una disobbedienza completa. […] Ma col Decameron (almeno nel girarlo) non si tratta più di umorismo e di distacco dalla materia: si tratta proprio di gioco. Si vede che la perdita di fede (che è sempre stupida) mi ha dato inizialmente un trauma; ma poi, con la perdita totale della fede (nella storia, s’intende) ho ritrovato una gaiezza, sì, una gaiezza che non ho mai avuto, e quindi non ho mai perduto.
(Pier Paolo Pasolini)
Programmazione
- 21:00
- 16:30
- 18:30