Trama

La ricostruzione dell’attentato di via Fani.

 

OSPITI IN SALA

IL REGISTA TOMMASO CAVALLINI

E L’AUTORE E PRODUTTORE

ANDREA MONTELLA

 

“L’agguato di via Fani” è un’azione di guerra non convenzionale – un vero e proprio golpe – che in meno di due minuti colpisce a morte i 5 agenti della scorta del Presidente della Dc, lasciando Aldo Moro illeso.

Un’operazione di alta perizia militare, che oggi siamo in grado di ricostruire collocando sulla scena personaggi come il 24enne David, statunitense di origini italiane addestrato in Vietnam, che ha contribuito ad organizzare l’evento culminante della strategia della tensione.

La II^ Commissione parlamentare d’inchiesta sul delitto Moro nel 2017 ha apportato nuove prove che confutano la “verità ufficiale” originata dal “Memoriale Morucci”, confezionato in carcere con la regia del Sisde, con la fattiva collaborazione di settori della Dc, poi avallato dai brigatisti e da alcuni magistrati.

La realizzazione del “memoriale” è un’operazione politica e di intelligence per la quale in seguito i brigatisti, hanno ottenuto benefici penitenziari. La II^ Commissione Moro ha segretato parte del suo lavoro, non approfondendo gli elementi emersi e tombando quindi nuovamente l’affaire Moro.

Il documentario ripercorre le ultime fasi della vita politica di Aldo Moro, dal viaggio negli States del 1974 per poi concentrarsi sul rapimento, le prigioni e l’uccisione del Presidente della DC.

Una narrazione condotta dal senatore Sergio Flamigni, dall’ex magistrato Carlo Palermo, da giornalisti e autori come Marcello Altamura, Rita Di Giovacchino e Carlo D’Adamo, che si contrappone con dati di fatto alla verità ufficiale del “Memoriale”: una nuova analisi balistica per fare luce sulla dinamica dell’agguato, un filmato inedito che svela la targa di un’auto di supporto in via Fani la mattina del 16 marzo 1978 di cui le indagini non hanno mai tenuto conto e la fonte“Beirut2”, intervistata da Carlo Palermo, che riferisce di una foto scattata ad Aldo Moro in un cortile durante la prigionia, di come la guerra fredda era fattivamente diretta da gruppi che controllavano sia Washington sia il Cremlino, a conferma del fatto che Aldo Moro doveva morire – e non per mano delle Brigate rosse – al fine di attuare un golpe in Italia.

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  • 21:00

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